L’A.S.M. nasce sulle fondamenta di più di
trent’anni di ricerche effettuate perseguendo alcuni obiettivi fondamentali:
a) garantire dignità storiografica alla cultura dello spettacolo in Sicilia
dal Medioevo al Novecento; impresa questa necessaria, data la totale assenza
della nostra Regione dai manuali di storia del Teatro al di qua della soglia
ottocentesca, all’epoca dell’inizio delle ricerche (1974). In questo senso,
in riferimento ad un percorso diacronico lungo circa otto secoli, l’A.S.M.
propone testimonianze di alto valore documentario che congiungono la
dimensione colta con quella popolare: dalle prime forme di dramma liturgico
di età normanna (oggi conservate nei codici della Biblioteca Nazionale di
Madrid) ai manoscritti ottocenteschi, riguardanti i testi delle farse
popolari oggi conservati presso la Biblioteca Comunale di Palermo.
Particolarmente significativo e vario è l’ampio patrimonio documentario
scritto e visivo riguardante il lungo periodo della dominazione spagnola.
L’A.S.M. propone altresì tutte le più importanti testimonianze
drammaturgiche dei secoli XIII, XIV, XV, XVI collegate alla drammatica
sacra, oggi conservate presso importanti biblioteche del territorio
nazionale e oltre. In particolare si citano fra gli altri: laudi drammatiche
del ‘300, la Resurrectio Christi di Marco De Grandi della metà del
‘400 (prima testimonianza completa di rappresentazione scenica del dramma
della passione), l’Atto della Pinta di Teofilo Folengo del 1538
(prima forma di teatro sacro come spettacolo della Rinascenza), i drammi
gesuitici del ‘500 e del ‘600, la Notti di Palermu di Tommaso Aversa
del 1637 (unica testimonianza di commedia urbana), La mejor flor de
Sicilia, Santa Rosalea di Agustin de Salazar del 1676 (unico
dramma completo sulla vita di Santa Rosalia, anche nella traduzione di
Gianfranco Romagnoli), …ecc.
b) Creare un contrappeso scientificamente attendibile alla dominante del
teatro rinascimentale attraverso la definizione di un’idea di teatro festivo
urbano intesa come testimonianza di un’identità culturale “altra”
individuabile nell’area della Hispanidad Mediterranea. In questo
senso si inquadra il disegno scenico di Filippo II° di regolarizzare
l’assetto urbanistico – architettonico nelle città di rappresentanza della
Spagna e dell’Europa ispanizzata, Palermo compresa. In questo ambito
l’A.S.M. propone gli originali risultati della ricerca scientifica di
Giovanni Isgrò sul campo.
c) Rivisitare il panorama della rivoluzione del teatro in Europa fra
Ottocento e Novecento, mettendo in luce il ruolo di personalità artistiche
finora non sufficientemente valorizzate sotto il profilo del contributo
specifico alla rifondazione della scena europea. In questo senso, sono
presenti nell’ASM i risultati di percorsi di ricerca sul ruolo avuto da
Gabriele d’Annunzio nel panorama rifondativo dello spettacolo
primonovecentesco, con particolare riferimento ai progetti di “Teatri di
Festa” e di “Teatro en plein air” che hanno portato nel tempo alla
creazione di istituzioni importanti, come l’Istituto Nazionale del Dramma
Antico e in senso opposto alla maturazione di spettacoli di massa, fino alle
feste di regime. Nell’ambito della progettualità internazionale,
particolarmente prezioso è il materiale documentario raccolto sul contributo
dato da Mariano Fortuny, inventore di moderni apparati luminotecnici e della
famosa Cupola che porta il suo nome, subito applicata nei maggiori teatri
europei e non solo.
d) Valorizzare il percorso della cultura materiale del teatro in Italia fra
le due guerre. In questo senso è stato estremamente necessario approfondire
le ricerche su personaggi (come l’architetto-scenografo Antonio Valente) in
parte trascurati dalla storiografia ufficiale nonostante l’eccezionale
apporto progettuale e operativo: dall’invenzione dei Carri di Tespi ai
progetti per la realizzazione del Centro Sperimentale di Cinematografia a
gli importanti teatri di posa per il cinema italiano. Di queste ricerche
l’A.S.M. propone un’ampia documentazione, corredata anche da una vasta
rassegna stampa (circa duemila articoli) sul teatro italiano negli anni ‘20
e ‘30.
e) Ricostruire il percorso della cinematografia italiana in Sicilia dalle
prime importanti testimonianze ( 1934) a tutto il Novecento, al fine di
riconoscere, insieme ai profili artistici del prodotto filmico e alle
ragioni dell’interessamento della regia al nostro territorio, soprattutto i
processi evolutivi o/e involutivi del paesaggio e dell’ambiente siciliano.
In questa direzione l’A.S.M. offre una vasta documentazione dei teatri di
set e di ritorni sul set, in buona parte esposta in forma
comparativa grazie a rilievi effettuati sul campo.
Rispetto a questi percorsi di ricerca, l’A.S.M si rivela proiezione fedele,
testimonianza diretta, diacronicamente riconoscibile nelle diverse fasi che
hanno caratterizzato la ricerca stessa.
In questo senso, l’A.S.M, lungi dal proporsi come contenitore esaustivo
della storiografia del teatro tout court, è dispositivo documentario
di valenza originale e per certi aspetti trasversale rispetto agli statuti
consolidati della cultura scenica.
Non per nulla all’interno di esso uno spazio per certi aspetti inedito è
stato riservato al teatro gesuitico con particolare riferimento all’attività
del collegio Mamertino di Messina nel quale operò p. Stefano Tuccio, il
primo importante drammaturgo della storia mondiale del teatro gesuitico e
uno dei principali estensori della rinnovata Ratio studiorum (1599).
Rilevante è in questo senso il patrimonio documentario proposto dall’A.S.M.,
consistente nella riproduzione dei drammi manoscritti, in buona parte
inediti, facenti parte del Fondo Vecchio della Biblioteca Regionale
Universitaria di Messina.
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Prof. Giovanni Isgrò
(Docente di Semiologia dello Spettacolo) |
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